17/04/2020 “Quando è vero amore “

di Raffaele Lussu


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Sinnai anni trenta.

Dolores seconda figlia di una famiglia numerosa, cresceva bene e in fretta.

A scuola come la sorella maggiore non l’avevano mandata: perché era più importante lavorare e la scuola la conosceva solo di fuori, quando lei passava davanti a questa senza sapere che la dentro, c’era tanta cultura per tutti. E cosi la mamma, come aveva fatto con la sorella maggiore, le aveva compèrato un punteruolo, per insegnarle a fare i cestini di fieno (strex’e fenu). Per Dolores tutto questo era un gioco, visto che alla sua tenera età, non aveva altri giocatoli per giocare, con le bambine come lei. D’estate, quando al pomeriggio calavano le prime ombre le donne venivano fuori di casa e si sedevano per la strada, davanti alla porta di casa, per lavorare i cestini.

A quei tempi non c’era il pericolo che passasse una macchina e tutta la strada era sempre libera e cosi le donne si riunivano in gruppi, svolgendo il loro lavoro a cielo aperto.

Tra di loro regnava sempre la pace, l’armonia, e tanta fratellanza, sempre pronte a darti una mano.

In questa fabbrica a cielo aperto, tutte le ore erano buone per iniziare a lavorare, senza l’obbligo di timbrare il cartellino e quando una di loro doveva andare, salutava tutti e arrivederci.

Dolores era inserita in questo gruppo: la mamma la sorella e alcune vicine di casa.

Durante il lavoro si parlava un po’ di tutto, della vita sui campi, che i loro mariti svolgevano, di pastorizia, di pettegolezzi e le notizie arrivavano col passa parola, molte volte queste, quando partivano dalla fonte, strada facendo s’ingrossavano, a secondo di chi le raccontava, oppure potevano arrivare piccole, piccole. Ma quelli erano i tempi, quando non si seguiva una radio o la televisione.

Dolores era molto curiosa di tutto e attenta a tutti i discorsi delle persone grandi, ogni tanto si fermava con la bocca aperta, per paura di perdere qualche virgola.

La mamma la richiamava continuamente.

- Dolores guarda bene, lavorare non ti impedisce di sentire, puoi fare l’uno e l’altro.

- Dolores riprendeva il passo, con questo lavoro, che per lei diventava sempre più noioso. La cosa che più l’appassionava, era quando la sorella maggiore parlava del suo ragazzo e delle sue dotti, che era bello, intelligente, lavoratore e tanto innamorato di lei. Questo era anche il sogno di Dolores, di trovare un principino come la sorella e che la rendesse felice, ma per il momento erano solo sogni. A l’età di tredici anni, Dolores era molto più alta della mamma e della sorella maggiore e per la mamma questo era un problema, perché quando la doveva punire, essendo più alta di lei, la faceva chinare per darli uno schiaffo e lei accettava anche questo.

Un giorno la mamma aveva mandato Dolores dalla zia, per chiederli un favore, strada facendo aveva incontrato Santino, era stato un colpo di fulmine, questo incontro era fatto solo di sguardi, senza far trapelare niente per paura che venisse a sapere la mamma. Dopo questo incontro, Dolores chiedeva spesso alla mamma di farla uscire, per andare a far visita alla zia, sempre con la speranza di incontrare Santino e Santino sempre puntuale, come la vedeva le veniva incontro, ma lei sfuggiva sempre e lui a correrli dietro sussurrandoli delle parole dolcissime, ma Dolores scompariva di nuovo, come fosse l’ombra di una nuvola. Un giorno la mamma era venuta a sapere, da una sua amica, che qualcosa stava per nascere, tra Dolores e Santino, come era giunta a casa la mamma le fece un lungo interrogatorio, con condanna di dieci giorni chiusa in casa. Santino intanto, andava su e giù in cerca del suo amore, ma tutto fu inutile, sembrava un cane in cerca del suo padrone, ma non aveva mai perso tutte le speranze, ogni giorno alla stessa ora, faceva lo stesso percorso.

Scaduti i dieci giorni, Dolores riacquistò la sua libertà, fu la volta buona, Santino era li che l’aspettava, come è arrivata davanti, lui le sbarrò la strada, lei si fermò e accettò di parlare, non c’era niente da chiarire, gli sguardi precedenti erano parole d’intesa e fedeltà, lui fece un passo avanti e stringendola forte giurarono eterno amore. Lei per l’emozione non aggiunse una parola e accarezzandoli il viso si liberò dalla sua morsa, correndo verso casa.

Tornata a casa, non disse niente a nessuno, ma quando è salita nella mansarda, dove dormiva con la sorella maggiore, le raccontò il fatto parlando a voce alta.

-Oggi ho rivisto Santino, mi ha fermato per strada ed io ho detto di si! Che lo amavo tanto anche io.

-Queste parole furono udite dalla mamma che cominciò a sgridarla.

- Dolores, me la vuoi smettere con questo Santino, oppure te lo devo sbattere in testa e la finisci una volta per tutte.

- Santino è il mio ragazzo anche se non vi piace.

-Adesso non hai più rispetto di tua madre! Chi te la insegnato, il tuo Santino? Vuoi vedere che vengo su e ti faccio a pezzi!

-Salite pure, tanto di me, anche se rimane un pezzettino piccolo, piccolo, questo parlerà sempre.

-Adesso vediamo se parli più.

-La mamma sentendo questa sfida, salì le scale e la raggiunse, Dolores alta come era si mise in piedi, in modo che la mamma non arrivasse in faccia, a questo punto lei, non sapendo più come fare, la prese per un braccio e furiosamente l’addentò, finche non ha visto scorrere del sangue.

La mamma preoccupata di averle provocato, una profonda ferita la lasciò andare, Dolores prese un fazzoletto e si asciugò il sangue, senza trovare nessuna ferita, il sangue che aveva visto scorrere, era venuto fuori dalle gengive della mamma.

Dolores era una donna forte, con la pelle dura, forgiata al sole e vento di Sardegna, come tutte le donne isolane, orgogliose e sicure di se stesse, simili ad una quercia, con le radici profonde nel granito, che sfida il vento e le intemperie, ma non si arrende mai.

Dopo tutte queste lotte in famiglia, Dolores era riuscita a portare il suo ragazzo in casa, vincendo questa sfida e farlo apprezzare da tutta la famiglia.

Dolores e Santino sono morti da tempo, ma la loro impresa è viva tra noi, grazie a questo amore, fortemente voluto.

Raffaele Lussu

1° premio “Donna al Traguardo” 2007